“Nessun essere umano indifferente al cibo è degno di fiducia”

M. V. Montalbán


9 novembre 2012

Tisanoreica al pari della Dukan: una dieta peggio dell'altra

Così come la Dukan, anche la dieta Tisanoreica ha avuto e ancora oggi sta avendo popolarità grazie alle pubblicità in televisione e ai cartelloni presenti in innumerevoli punti vendita, fra cui erboristerie e farmacie.
Analogamente alla dieta Dukan, la Tisanoreica rappresenta una scorciatoia per perdere peso, una trovata ottimale dal punto di vista del marketing, ma sotto il punto di vista più importante - quello della salute - avrebbe tanto da imparare dalla dieta Mediterranea (che dal 2010 è stata proclamata Patrimonio Immateriale dell'Umanità).


 L'ideatore della Tisanoreica è Gianluca Mech, per l'appunto un imprenditore che opera nel settore erboristico.
Sul sito gianlucamech.com, il metodo Tisanoreica viene definito "un protocollo per la riduzione ponderale che si basa sull’attivazione di una via metabolica definita chetosi."



Ma questo cosa significa? E' salutare?
Significa che per dimagrire viene adottato un regime dietetico iperproteico che non lascia spazio ai carboidrati, che in realtà sono indispensabili per l'organismo in quanto rappresentano la sua primaria fonte di energia. 
In caso di diete che escludono i carboidrati, l'organismo viene costretto ad utilizzare come fonte di energia i grassi di deposito, trasformandoli in corpi chetonici (condizione di chetosi). E' come se il corpo attivasse un allarme, un meccanismo di difesa che lo porta a bruciare i grassi accumulati, lo stesso meccanismo che si attiva in caso di carestia, per permettere la sopravvivenza all'essere umano.
Peccato però che a lungo andare i corpi chetonici siano tossici per l'organismo! Infatti si accumulano nel sangue, nel fegato e nei polmoni. L'accumulo porta a vomito (per il fatto che i corpi chetonici attraversano la barriera emato-encefalica del cervello, stimolando il centro del vomito), cefalea, sonnolenza, irrequietezza, forte sete che intensifica il vomito, alito cattivo (di acetone). La chetosi - in stati particolarmente gravi - può comportare anche il coma (reversibile).
Oltre ai corpi chetonici, vengono liberate altre sostanze indesiderate accumulate nei grassi di deposito che l'organismo non è riuscito a smaltire.
Tutto questo inoltre dimostra che Gianluca Mech ha scoperto l'acqua calda! Infatti l'imprenditore offre semplicemente una scorciatoia per perdere peso in fretta, ignorando l'importanza dell'attività fisica, l'equilibrio nutrizionale indispensabile per mantenersi in salute, ottenendo comunque un dimagrimento, e soprattutto ignorando - come il collega Dukan - l'importanza di un processo di educazione alimentare che aiuti i pazienti a perdere regolarmente peso (se necessario!), mantenedo a lungo nel tempo il peso di salute raggiunto.
A chi non riuscirebbe dare consigli sbagliati per dimagrire in fretta?! Basterebbe semplicemente consigliare di smettere di mangiare o tornare a fare le vecchie assurde "diete del minestrone".
I veri professionisti sono coloro che offrono le loro competenze per aiutare le persone a perdere peso in totale salute ed equilibrio nutrizionale.

Si tratta di un metodo che quindi porta alla perdita di peso a scapito della salute.
Come ho già scritto nell'articolo sulla dieta Dukan, le diete ad elevato contenuto proteico sono dannose. L'eccessiva quota proteica introdotta con gli alimenti può provocare patologie renali, epatiche, nonchè ipercolesterolemia, iperuricemia, malattie cardiovascolari, gotta, osteoporosi e calcolosi renale.
Non a caso, i prodotti venduti da Mech sono scosigliabili in caso di diabete, gravidanza, patologie renali, cardiovascolari ed epatiche.

Mech stesso però si contraddice: sul sito c'è scritto che la tisanoreica "può essere intrapresa con beneficio in diverse situazioni patologiche oltre all’obesità, come la sindrome metabolica". 
Ma l'obesità e la sindrome metabolica sono due condizioni patologiche che sottopongono i pazienti ad un elevato rischio cardiovascolare. Chi soffre di sindrome metabolica il più delle volte è affetto da diabete e in generale si trova in condizioni ad elevato rischio di contrarre malattie cardiovascolari.
E comunque non si capisce perchè le persone in salute dovrebbero invece sottoporsi allo stress metabolico causato da un regime dietetico di questo tipo.

Il più delle volte, regimi alimentari totalmente sbilanciati come questo, porta al cosidetto "effetto yo-yo", vale a dire al totale recupero dei kili persi (e spesso con gli interessi) a causa del troppo rapido dimagrimento ottenuto in precedenza. 
Questo meccanismo - tutt'altro che benefico per l'organismo - crea un vero e proprio rapporto di dipendenza fra la persona in regime dietetico e i prodotti da acquistare... meccanismo che, economicamente parlando, è a vantaggio del produttore, ma dal punto di vista di soldi e salute è totalmente a sfavore della persona che cerca di mantenersi in linea.

Essere famosi (come nel caso di Mech) non fa di qualcuno un esperto in nutrizione

A dare forte contributo al successo dell'idea di Mech è stata la forte pubblicità data dalle star del cinema: Valeria Marini, Britney Spears, Katie Holmes, e così via. Una dieta il cui successo inizia quando da dieta d'élite (per le star) è diventata dieta per tutti.

L'unica domanda che rimane è questa: è professionalmente etico che le farmacie italiane - operatori della salute - e gli altri punti vendita contribuiscano a fare tanta pubblicità e suggerire l'acquisto della Tisanoreica o della Dukan, tanto criticate da medici e dietisti?
 

17 ottobre 2012

Barrette ai cereali...dietetiche? Si fa per dire!

Per valutare quanto sia ingannevole la pubblicità di questi prodotti, basta fare il confronto tra le etichette nutrizionali poste sulle confezioni dei cereali e dare una sbirciata agli ingredienti.
Sicuramente le barrette a base di cereali rappresentano uno spuntino pratico, da consumare facilmente per chi si trova fuori casa, in ufficio o a scuola. Ma dal punto di vista nutrizionale non rappresentano una scelta dietetica ideale.

Quali sono gli ingredienti delle barrette ai cereali?


Prendendo in considerazione una delle marche di cereali da colazione più conosciute - la Kellogg's - gli ingredienti principali delle barrette sono gli zuccheri aggiunti sotto forma di scrippo di glucosio, fruttosio, destrosio e gli zuccheri naturalmente presenti in cacao in polvere e cioccolato.
A dimostrazione di quanto detto, anche l'etichetta nutrizionale non mente: 100 grammi di prodotto apportano 415 kcal, sono presenti il 76% di carboidrati totali, di cui quasi la metà è rappresentata da zuccheri immediatamente assorbibili dall'organismo (37%), e la restante metà da amido.
La percentuale di grassi è del 9%. 

Paragonando le barrette ai cereali Kellogg's classici si possono trovare alcune differenze, anche se non particolarmente rilevanti: le calorie totali sono inferiori rispetto alle barrette "ideali per la linea", infatti 100 grammi di prodotto apportano 379 kcal. 
I carboidrati totali sono presenti al 76% come nel caso delle barrette, ma nei cereali classici solo un quarto è rappresentato da zuccheri. La rimanente percentuale apporta amido.
Infine, per quanto riguarda i grassi, i cereali classici ne apportano un quantitativo nettamente inferiore: 1,5 grammi.


Dal punto di vista qualitativo, le barrette pubblicizzate come prodotti indicati per coloro che vogliono perdere peso non sono ottimali perchè più ricche di grassi e di zuccheri velocemente assorbibili dall'organismo, che causano un immediato innalzo della glicemia - cioè un aumento improvviso di zuccheri nel sangue - seguito da un calo repentino.
Il brusco picco glicemico è dovuto all'assenza o alla ridotta percentuale di amidi che, al contrario, devono essere digeriti prima di poter essere assorbiti. Il processo di digestione fa sì che l'innalzamento della glicemia avvenga in maniera costante e graduale. Allo stesso tempo, la fase di digestione contribuisce nel mantenere lo stomaco "occupato", favorendo quindi il senso di sazietà.
 
Viene quindi da chiedersi per quale motivo le barrette di cereali vengano pubblicizzate come un prodotto ideale per chi vuole perdere peso.
Proprio perchè le barrette vengono fatte passare per prodotti "dietetici" è possibile che si cada in un errore comune: consumarne più del dovuto e pensare di potersi concedere uno spuntino "light" come questo senza correre il rischio di eccedere nell'introito calorico giornaliero.



12 ottobre 2012

Noce moscata: proprietà e impieghi in cucina


 La noce moscata è il seme del frutto di alberi sempreverdi - conosciuti come Myristica Fragrans - originari della foresta pluviale delle Isole Molucche, in Indonesia. 
E' stata diffusa in Europa a partire dal 1500, divenendo talmente ricercata e apprezzata che fu presto motivo di aspre ostilità tra le potenze occidentali che tentarono di aggiudicarsene il monopolio.



 Proprietà...
In quantitativi superiori a 5 grammi, la noce moscata può comportare una serie di effetti collaterali, la cui gravità varia in base alla sensibilità individuale, all'età e al sesso.
Il seme può provocare nausea, vomito, febbre fino a disturbi pischici come allucinazioni visive, dovute alla presenza nella noce di due sostanze chimicamente simili alle anfetamine che portano ad effetti sovrapponibili a quelli causati dall'LSD. Per questo motivo nel '900 veniva definita lo "stupefacente dei poveri".

La noce ha però anche effetti positivi sull'organismo: stimola l'appetito, ha proprietà antisettiche e antinfiammatorie e carminative - in grado cioè di promuovere l'espulsione di gas dallo stomaco e dall'intestino. E' conosciuta anche come potente afrodisiaco.
L'olio estratto dalla noce moscata è efficace, per uso esterno, contro dolori nevralgici e reumatici.

Usi in cucina...
Viene impiegata in cucina come spezia per aromatizzare diversi piatti. E' infatti caratterizzata da un aroma pungente, in particolar modo quando la noce moscata viene acquistata intera, da grattugiare al momento del suo utilizzo.
In cucina viene utilizzata come ingrediente per dolci, creme e budini, per secondi piatti, contorni di verdure e anche nella preparazione di alcune bevande alcoliche, come vin brulé e punch.

9 agosto 2012

Vegani: lista di alternative vegetali rispetto a prodotti di origine animale

Cliccando sul link Vivere Vegan è possibile consultare una lista di alimenti utile a coloro che desiderano diventare vegani o semplicemente provare a sostituire i cibi di origine animale con cibi esclusivamente di origine vegetale.
...coloro che si avvicinano alla dieta vegan e la intraprendono seriamente, ricordino di iniziare ad assumere integratori di vitamina B12 per evitare di andare incontro alle consuguenze da carenza: degenerazioni del sistema nervoso e anemia perniciosa, che comporta un'alterazione della struttura dei globuli rossi, non più in grado di trasportare adeguatamente l'ossigeno ai tessuti dell'organismo.

Seitan: un alimento a molti sconosciuto

Tradotto dal giapponese, "seitan" significa proteina.
Si tratta infatti di un concentrato di proteine totalmente vegetali (glutine, costituito da altre due proteine: gliadine e glutenine) derivate dal frumento.
E' un alimento che viene utilizzato dai vegetariani come sostituzione ai secondi piatti di carne. In realtà viene spesso consumato anche dai non vegetariani che hanno la necessità di ridurre il consumo di grassi e proteine di origine animale.

Dal punto di vista nutrizionale...
100 grammi di seitan contengono una percentuale di proteine del tutto sovrapponibile alle proteine contenute in 100 grammi di carne, pari cioè al 20% circa. 
Il contenuto di grassi è molto inferiore (circa 1,5% contro il 5% delle carni), mentre sono presenti anche i carboidrati (10%), mentre la carne non ne contiene.
Essendo di derivazione vegetale è totalmente privo di colesterolo e per questo consigliato anche nelle diete di coloro con ipercolesterolemia.
Il seitan è però carente dall'amminoacido lisina, anche se queste carenze possono essere colmate con l'assunzione di prodotti che ne contengono in quantità sufficienti: legumi e quindi soia, tofu, uova, formaggi...e per gli onnivori anche carni.
Come tutti i prodotti di derivazione vegetale (ad eccezione delle alghe), anche il seitan è privo di vitamina B12 e carente di ferro, poco disponibile anche a causa dell'anti-nutriente a cui è legato e che ne impedisce l'assorbimento da parte dell'organismo: l'acido fitico.

Dal punto di vista organolettico...

ha un sapore delicato, un aspetto simile alla carne, ma è di consistenza più morbida. L'impasto a crudo del glutine è molto elastico (infatti è grazie alla gliadine e alle glutenine che viene assicurata la proprietà elastica alla pasta di pane di farina di frumento). L'elasticità del glutine permette quindi di dare al seitan la forma che si preferisce: forma di salsiccia, bistecca, spezzatino, ecc.
E' molto veloce da cucinare grazie al fatto che viene precotto prima di essere commercializzato e viene spesso cucinato alla piastra.

Ricetta: spezzatino di seitan

x 4 persone
carote n° 2
cipolla n° 1
salsa di soia n° 1 cucchiaio
sedano n° 2 coste
verdure a piacere: pomodori, peperoni, zucchine...
seitan fresco g 500
vino bianco n° 2 dita
olio extravergine d'oliva
prezzemolo tritato
sale q.b.

Mondate e lavate le verdure, poi tritate la cipolla e tagliate a cubetti il sedano e le carote.
In un tegame ponete l’olio e la cipolla, che farete appassire; nel frattempo riducete il seitan a cubetti e quando la cipolla sarà appassita aggiungete il sedano e la carota, e lasciate stufare anch’essi.
Aggiungete il seitan nel tegame con le verdure e poi sfumate con il vino bianco; in ultimo unite anche un cucchiaio di salsa di soia, poi aggiustate eventualmente di sale e aggiungete il prezzemolo tritato.
Servite lo spezzatino di seitan ancora caldo. 
Ricetta su giallozafferano.it

22 giugno 2012

Olio di palma: un rischio - oltre che per la salute - per l'ambiente

LA DEFORESTAZIONE INDONESIANA
A causa della domanda sempre maggiore di olio di palma da parte dell'industria alimentare, cosmetica e di biocarburanti, sta aumentando la distruzione delle torbiere e delle foreste pluviali indonesiane. L'Indonesia e la Malesia sono infatti i paesi maggiori di importazione.
L'incendio e la degradazione delle torbiere indonesiane comporta il rilascio annuale di circa 1,8 miliardi di tonnellate di gas serra. 
Le dimensioni della torbiera di Riau - nell'Isola di Sumatra - si estende per più di 4 milioni di ettari (paragonabile alla superficie di Svizzera o Taiwan) e trattiene circa 14,6 miliardi di tonnellate di carbonio. Se queste torbiere venissero distrutte, verrebbe emessa una quantità di gas serra nell'atmosfera pari a quella emessa dal pianeta in un anno (49 miliardi di tonnellate di CO2).
L'assorbimento di CO2 da parte dei vegetali è  di 9,5 miliardi di tonnellate, che si riducono a 3,7 di assorbimento netto a causa della deforestazione.

LE AZIENDE COINVOLTE

Negli ultimi 50 anni sono stati rasi al suolo 74 milioni di ettari della foresta indonesiana, mentre i suoi prodotti (fra cui l'olio di palma) vengono spediti sui mercati di tutto il mondo e adottati nelle famose aziende, fra cui rientrano Nestlé e Unilever (di cui, tra i marchi alimentari, rientrano Algida, Calvé, Knorr, Lipton, ma anche i prodotti per l'igiene personale come Dove, Mentadent, Sunsilk e i prodotti per la cura della casa come Cif, Coccolino e Svelto). 
In particolare, l'Unilever è la società di maggior rilievo nel mercato dell’olio di palma. Utilizza circa 1.2 milioni di tonnellate di olio di palma ogni anno,20 ovvero circa il 3% della produzione mondiale di olio di palma, prevalentemente proveniente da Indonesia e Malesia.
Altre grandi marche sono complici dell’espansione delle coltivazioni di palma da olio a spese delle torbiere indonesiane. Tra questi: KitKat, Pringles, Philadelphia, Gilette, Burger King e McCain.

COSA RISCHIAMO
Se non verranno ridotte le emissioni di gas serra globali c'è il rischio che si inneschi una vera e propria BOMBA CLIMATICA, quindi un aumento di temperatura, che è distruttivo per gli ecosistemi e che può indurre a ulteriori emissioni. Secondo il Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (CICC) maggiori saranno i ritardi sui tagli delle emissioni di gas serra, maggiori saranno i danni ecologici e sociali, così come i costi economici.
Un rapporto pubblicato da GreenPeace "riconosce che le piantagioni di olio di palma sono le principali
responsabili della distruzione delle foreste pluviali in Indonesia e Malesia". Le piantagioni di olio di palma soddisfano le richieste del mercato globale di olio vegetale economico da utilizzare nella produzione di cibo, cosmetici e carburanti. Rispetto all’anno 2000 si prevede che la domanda di olio di palma sui mercati internazionali verrà raddoppiata nel 2030 e addirittura triplicata nel 2050.

IL BIOCARBURANTE
Una ristretta squadra di giocatori molto potenti controllano una grossa fetta del mercato di palma da olio. Primeggia tra questi la Cargill, la più grande società privata del mondo, seguita da ADM-Kuok-Wilmar, al momento il più grande produttore di biocarburanti. E infine la Synergy Drive, una società controllata dal governo malese che sta per diventare il più grande produttore di olio di palma.
Le strategie di espansione di questi colossi industriali gettano un’ombra minacciosa sulle nostre future possibilità di ridurre le emissioni dei gas serra. Approfittando, inoltre, della diffusa preocupazione, a livello internazionale, per la salute del clima del pianeta queste società promuovono l’olio di palma come una soluzione ecologica per la produzione di biocarbutanti.
La distruzione delle foreste pluviali tropicali determina un quinto delle immissioni di gas serra nell’atmosfera, più di quanto emettano tutte le macchine, i camion e gli aeri del mondo. La distruzione delle torbiere indonesiane, da sola, determina quasi il 4% delle emissioni globali ed annuali di gas serra.

LE SOLUZIONI PROPOSTE DA GREENPEACE

1) Fermare la deforestazione = Risparmio in emissioni superiore ai 2 miliardi di tonnellate all’anno.
2) Bloccare gli incendi in Indonesia e stabilire una moratoria sulla conversione agricola delle torbiere: risparmio in emissioni di crica 1.3 miliardi di CO2 all’anno.
3) Ripristinare le torbiere indonesiane degradate: Risparmio di emission di circa 0,5 miliardi di tonnellate di CO2. Un progetto di Wetlands International si propone oggi di riabilitare una superficie di 43.500 ettari di torbiere degradate nella regione centrale di Kalimantan. Atraverso questo progetto verrà evitata l’immissione di 3.4 milioni di tonnellate di CO2 atraverso un unico investimento di 500.000€. Solo 0,5€ a tonnellata!

Questi tre risultati, da soli, ci farebbero risparmiare emissioni per 3.8 miliardi di CO2. 
Quasi l’8% delle emissioni annue di gas serra a livello globale.


Fonti: Rapporto Olio di Palma - Come ti friggo il clima (con l'olio di palma), Greenpeace, 2007

19 giugno 2012

"Oli vegetali" sulle etichette degli alimenti: cosa si intende?

Molto spesso, nel leggere cosa contiene un alimento quando andiamo a fare la spesa, possiamo incappare nell'ingrediente "oli vegetali".
Per oli vegetali non si intende solo ed esclusivamente olio extravergine d'oliva, che - se prestate bene attenzione e paragonate prodotti diversi - vedrete che quando un alimento contiene olio extravergine d'oliva, l'azienda produttrice lo menziona esplicitamente. 
Esiste una moltitudine di oli vegetali, oltre a quello extravergine d'oliva:
olio di semi di girasole, olio di semi di mais, olio di arachidi, olio di riso, olio di semi di soia, olio di semi di lino, olio di canola, olio di sesamo, olio di palma e olio di cocco.
Quando un prodotto fa riferimento alla definizione "oli vegetali", senza specificarne la natura, si tratta il più delle volte di olio di palma e olio di cocco.

Che tipi di oli sono?
Dal punto di vista qualitativo pessimi.


L'olio di palma è un olio particolarmente ricco di acidi grassi saturi a lunga catena (47%), soprattutto ricco di acido palmitico (41% dei saturi totali), in grado di incrementare i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, aumentando il rischio di sviluppare nel tempo malattie cardiovascolari.
Gli altri acidi grassi che costituiscono l'olio di palma sono acidi grassi monoinsaturi (39%), di cui l'acido oleico rappresenta il grasso maggiormente presente, qualitativamente molto buono per i suoi effetti antiossidanti. 

Perchè l'olio di palma viene impiegato nell'industria alimentare al posto dell'olio extravergine d'oliva?
La risposta è banale. L'elevata sapidità e i bassi costi di produzione sono il motivo per cui l'industria dolciaria lo privilegia e lo utilizza non solo in forma liquida - come olio - ma anche in forma solida - come margarina, prodotta a partire proprio dall'olio di palma.

L'olio di cocco, come quello di palma, è ricco in acidi grassi saturi (87%), ma a media catena.
Essendo ricco in grassi saturi, anche l'olio di cocco può indurre un incremento di colesterolo cattivo nel sangue, anche se in forma ridotta per la presenza delle medie catene.
Gli acidi grassi saturi maggiormente presenti nell'olio di cocco sono:
acido laurico (45%), acido miristico (17%) e acido palmitico (8%), dove i primi due hanno una lieve capacità di incidere nell'innalzamento ematico del colesterolo cattivo rispetto al palmitico.

L'olio di cocco, così come quello di palma, viene impiegato specialmente come olio per fritture e sempre nell'industria dolciaria, sotto forma di margarina o di olio nei prodotti da forno.


17 giugno 2012

Un'alga al giorno toglie il medico di torno!

Le alghe rappresentano delle vere e proprie verdure di mare che troppo spesso vengono ignorate in quanto non rientrano nelle nostre abitudini alimentari malgrado i loro svariati vantaggi in termini di salute.
Fanno parte di una tradizione culinaria orientale (soprattutto giapponese). Ad oggi, nella nostra alimentazione, il loro consumo è molto limitato, ma la loro diffusione sugli scaffali dei supermercati sta prendendo sempre più piede.

 Le proprietà alimentari:

Sono ricche di...
  • Sali minerali (specialmente iodio, ferro, calcio, magnesio...)
  • Vitamina A, B, C, E, K
  • Vitamina B12, di cui le alghe rapprensentano l'unica fonte nel mondo vegetale, in quanto la B12 si trova unicamente nei prodotti di origine animale! Questo è il motivo per cui i vegani possono andare incontro a carenze se non assumono integratori di B12 o non fanno un adeguato uso di alghe.
  •  Algina: si tratta di un elemento presente maggiormente nelle alghe brune. Ha una proprietà detossificante grazie al potere di chelare, eliminandoli attraverso le feci, i metalli pesanti e altre numerose sostanze tossiche presenti nell'organismo.
In generale, i componenti di cui sono costituite sono da 10 a 20 volte superiori rispetto agli altri alimenti di origine vegetale.
Visto il loro elevato contenuto in iodio, si sconsiglia il consumo di alghe a chi soffre di ipertiroidismo.

Lo scopo terapeutico...


Le alghe sono alimenti consigliabili anche a scopo terapeutico in caso di determinate patologie alimentazione-correlate (e non solo), fra cui:
-> Ipercolesterolemia, poichè riducono l'assorbimento del colesterolo assunto con l'alimentazione.
-> Iper-uricemia e iper-azotemia perchè sottraggono l'azoto presente nel sangue in eccesso.
-> Sovrappeso e obesità, in quanto l'elevato contenuto in iodio, utilizzato dalla tiroide, stimola il metabolismo. Inoltre favoriscono la demolizione dei grassi e il contenuto in mucillagini, assorbendo i liquidi, favoriscono il senso di sazietà, riducendo l'appetito.
-> Prevenzione di malattie cardiovascolari.
-> Ipertensione.
-> Ipotirodismo.
-> Ritenzione idrica (cellulite).
-> Stitichezza, poichè aumentano la massa fecale, favorendo il transito intestinale.

Quali sono le più note alghe impiegate in cucina? 

ARAME e NORI: sono tenere e delicate, indicate particolarmente per chi assaggia per la prima volta le alghe e chi a vuole introdurle nella propria alimentazione. 
Si usano per salse, condimenti e insalate. 
Terapia: ipertensione.

DULSE: alga rossa scura. Da tostare in forno, ammollate, mangiate cotte come insalata o accompagnate con altre verdure. 
Terapia: anemia e gravidanza.

HIJIKI: Ottima per zuppe, salse, insalate e condimento di pasta e riso. 
Terapia: caduta di capelli, prevenzione carie dentali, ipertensione, problemi alle ossa.

KOMBU: alga marrone. Viene consumata in zuppe, brodi, insalate e per insaporire piatti di riso e di verdure.
Terapia: malattie cardiovascolari, ipertensione, disturbi digestivi, tumori, disfunzioni renali.










7 maggio 2012

Cosa sono i "grassi idrogenati" spesso citati nelle etichette nutrizionali?

I grassi "cattivi" o di bassa qualità sono spesso presenti all'interno di prodotti alimentari che acquistiamo durante la spesa e che si trovano a portata di mano sugli scaffali dei supermercati.
L'importanza di evitare questi grassi consiste nel ridurre ovviamente il consumo di prodotti qualitativamente non ottimali, di evitare l'innalzamento -apparentemente inspiegabile-  di colesterolo nel sangue e di ridurre il rischio di sviluppare nel tempo malattie cardiovascolari.

I primi da saper riconoscere quando si legge un'etichetta nutrizionale sono i "grassi idrogenati" (o grassi trans):
sono grassi che vengono ottenuti grazie al processo chimico di idrogenazione, che comporta la trasformazione dei grassi naturalmente liquidi (esempio alcuni tipi di oli) in grassi semi-solidi (un esempio tipico è la margarina, cioè un grasso semi-solido ottenuto a partire da oli vegetali). 
Il processo di idrogenazione rende questi grassi più ricchi in acidi grassi saturi (cioè di grassi che favoriscono l'innalzamento di colesterolo "cattivo" nel sangue - detto anche colesterolo LDL). 
Quindi, se di partenza un olio possiede circa il 5% di grassi saturi, in seguito al processo di idrogenazione può arrivare ad averne il 60%.
Oltre ad avere la caratteristica di innalzare i livelli di colesterolo LDL, sono parallelamente in grado di ridurre le concentrazioni del colesterolo "buono" (o colesterolo HDL).

Per questi motivi è stato scientificamente dimostrato che i grassi idrogenati mettono a rischio la salute cardiaca.

Perchè idrogenare i grassi?

L'idrogenazione conferisce ai prodotti alimentari una maggiore stabilità, permettendo quindi di prolungare la conservazione degli alimenti sugli scaffali, come succede per alcuni crackers o per le margarine, che in questo modo non sviluppano precocemente l'odore e il sapore di rancido.


Dove si trovano soprattutto i grassi parzialmente idrogenati?
- Margarina
- Prodotti confezionati (merendine, crackers, biscotti, patatine fritte)
- Prodotti di pasticceria
- Oli usati nei fast-food
- Panna

...e in tutti quei prodotti che trovate al supermercato e di cui leggete le etichette!
Fate attenzione però...spesso i grassi idrogenati sono elencati fra gli ingredienti del prodotto, non tra i valori nutrizionali!


Perchè ti piacciono i cibi che ti piacciono?!

Le ragioni dipendono da geni, dal sesso e dall'età.
L'intensità del gusto dipende anche da quante papille gustative hai sulla lingua. 
I grandi assaggiatori, amanti dei cibi, presentano sulla lingua un sacco di papille (a dozzine), avvertono il gusto degli alimenti più intensamente e tendono con più vigore ad amare o detestarne i sapori. Inoltre hanno la capacità di percepire  maggiormente sia i sapori dolci che amari, presenti ad esempio nelle verdure dall'aroma pungente, nel tè, nel caffè e negli agrumi come il pompelmo.
Coloro con poche papille (il cui numero non supera la quindicina) tendono a restare indifferenti ad un sapore piuttosto che ad un altro; mentre, chi ha una concentrazione media di papille, ha la probabilità di assaporare con gusto tutti i tipi di alimenti.
I bambini hanno più papille rispetto agli adulti; questo potrebbe essere uno dei motivi per cui il bambino è in genere più schizzinoso in termini di gusti alimentari.
Al contrario, la sensibilità verso i sapori si riduce con l'aumentare dell'età, infatti col tempo si riduce il numero di papille gustative sulla lingua. 
Inoltre spesso è il genere femminile a presentare un maggior numero di papille.


Ti sei mai bruciato la lingua o il palato mentre stavi mangiando qualcosa?
I cibi molto caldi possono danneggiare le papille. Fortunatamente l'organismo è in grado di riparare molto velocemente le papille deteriorate dalle elevate temperature.


Sei un super-degustatore dalle moltepilici papille?
Per scoprirlo è possibile ricorrere all'utilizzo di semplici strumenti: colorante blu (blu di metilene) da acquistare in farmacia, cotton fioc, un foglio di carta su cui praticare un foro dal diamentro di 7 mm, una lente d'ingrandimento e uno specchio.

1)  Spargete un po' di blu di metilene sulla punta della lingua usando il cotton fioc.  
La vostra lingua assorbirà il colore, mentre le papille gustative emergeranno con una tonalità più chiara rispetto al colore blu scuro (...non c'è bisogno di colorarsi tutta la lingua come vedete nella foto!).
2)  Appoggiate il foglietto di carta con il foro proprio sopra il centro della macchia blu sulla vostra lingua. 
3) Avvicinatevi allo specchio d'ingrandimento e contate quanti puntini rosa (papille) riuscite a vedere attraverso il foro nella carta.

Risultati:
  • contate meno di 15 papille: status di non-degustatore
  • contate tra le 15 e le 35 papille: status di degustatore
  • contate oltre 35 papille: status di super-degustatore!







6 maggio 2012

Gonfiore quando si consuma pasta, pane e pizza...non sarà Sensibilità al Glutine?

Cos'è il glutine?
E' un aggregato proteico che si trova in diversi tipi di cereali, fra cui farina di frumento, orzo e segale.
Il glutine serve per rendere elastico l'impasto per la panificazione.

Che cos'è la sensibilità al glutine?
E' una reazione provocata dal nostro organismo dovuta all'introduzione del glutine attraverso l'alimentazione e che si diagnostica solo per esclusione, quando cioè siano state scartate la possibilità di essere celiaci o allergici al grano. Non esistono quindi parametri che identifichino questa condizione, al contrario della celiachia, che si diagnostica con esami del sangue specifici (ricerca degli anticorpi antiglutine) e biopsia intestinale.

Essere sensibili al glutine è molto più frequente che essere celiaci. L'incidenza è maggiore di 6-7 volte.

Quali sono i sintomi? (In ordine di frequenza)
Gonfiore addominale 
Dolore addominale
Eczema cutaneo
Emicrania/Stanchezza mentale
Affaticamento cronico
Diarrea
Depressione
Stitichezza
Anemia
Nausea/Vomito
Formicolio o perdita di sensibilità a braccia, gambe e dita
Dolori articolari

Qual'è la terapia?
Si tratta di escludere dalla propria alimentazione i cibi contenenti glutine in modo temporaneo, ma di solito per un periodo non inferiore a 1-2 anni.
Quando vengono sospesi gli alimenti con glutine, si assiste ad una rapida regressione dei sintomi.

Se avverto gonfiore al ventre dopo aver consumato pasta, pane, pizza o dolci, sono sensibile al glutine?
Dipende dalle quantità assunte.
E' normale che i carboidrati all'interno dei cereali fermentino a livello intestinale, provocando la produzione di gas, e quindi il gonfiore addominale. Ciò accade quando vengono consumate quantità notevoli di pasta, pane e dolci.
In questi casi, oltre a riequilibrare le adeguate quantità di carboidrati da assumere, è possibile provare integratori alimentari specifici, da assumere prima dei pasti, in grado di ridurre la produzione di gas intestinale.
In caso di sensibilità al glutine questo rimedio non sarà efficace e, in seguito ad esami specifici che confermino effettivamente la codizione di sensibilità, l'unica terapia sarà quella di escludere gli alimenti con glutine dalla dieta.

1 maggio 2012

Pentole antiaderenti: sono sicure?

Molti di noi, probabilmente da tempo, hanno iniziato ad evitare l'acquisto di pentole ed altri utensili antiaderenti per il comune sentito dire che questi fossero cancerogeni, vale a dire in grado di favorire tumori.
In realtà tali informazioni non hanno alcun fondamento scientifico.
Il motivo per cui tali informazioni errate si sono spante a macchia d'olio consiste nel fatto che i mezzi d'informazione hanno confuso l'Acido PerfluoroOttanoico (PFOA) con il Teflon (la cui sigla è PTFE), quest'ultimo realmente presente negli utensili da cucina.

Cos'è il PFOA e cosa il Teflon?
  • Il PFOA è una sostanza tossica in grado di provocare danni al fegato con capacità di indurre cancro  in particolar modo sia al fegato stesso che al pancreas, ma anche alla prostata. Per questo motivo, la Commissione Europea ha presentato un rapporto in cui viene raccomandato di limitarne  la produzione e l'uso. Si tratta di una sostanza che viene raramente utilizzata e che viene impiegata per la produzione di alcuni articoli dell'industria fotografica e dei semiconduttori, così come per rivestimenti impermeabili ad olio e grassi per carta ad uso alimentare. Ma il PFOA risulta essere assente nei rivestimenti antiaderenti.
  • Il Teflon è invece la sostanza impiegata per conferire agli utensili da cucina le proprietà di antiaderenza. L'Agenzia per la Protezione Ambientale, così come L'European Food Safety Autorithy e la Food and Drug Administration, hanno dichiarato che gli utensili da cucina antiaderenti sono sicuri e possono essere usati con tranquillità. Infatti il Teflon ha semplicemente la proprietà di essere un materiale resistente alle alte temperature (oltre 200°C) e che viene impiegato in chirurgia  toracica  così come per rivestire gli stimolatori cardiaci.  

Le evidenze scientifiche affermano che... 
  1. L'uso di pentole antiaderenti è più sicuro per la salute perchè evita che i cibi non si attacchino sul fondo e quindi che non si formino sostanze dannose e tossiche derivanti dall'azione combinata di surriscaldamento e disidratazione.
  2. Grazie alla proprietà antiaderente, l'utilizzo di queste teglie permette di cucinare senza oli e altri grassi. Per questo motivo permettono uno stile alimentare più sano, tant'è che l'American Heart Association e la National Stroke Association ne suggeriscono l'uso per ridurre l'incidenza di malattie cardiovascolari.
  3. Anche l'ambiente ne trae dei vantaggi: per la loro pulizia è richiesto l'impiego di piccole quantità di detersivo e acqua.
Cosa succede quando il pentolame viene graffiato con forchette, coltelli o altri utensili? 
Niente. Non rappresentano un pericolo per la salute.
Le particelle di Teflon accidentalmente ingerite passano inalterate nel nostro organismo come una fibra alimentare.
Quando viene utilizzato del pentolame graffiato non corriamo rischi, comunque sia le pentole dovrebbero essere sostituite con delle nuove per assicurare l'antiaderenza, specialmente quando gran parte del rivestimento è stato consumato.

Gli esperti che ne hanno valutato la sicurezza sanitaria e ambientale sono il Prof. Battaglia (docente di chimica ambientale presso l'Università di Modena) e il Prof. Fochi (docente di chimica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa).





10 aprile 2012

14 modi per fare movimento durante la giornata se non si fa sport!

Fare attività fisica durante la giornata può essere più semplice di quanto si pensi.
Queste attività quotidiane possono significare qualcosa alla fine della giornata se vengono applicate con intensità moderata, specialmente per coloro che conducono uno stile di vita sedentario. La maggior parte di queste prendono poco tempo - circa 10 minuti per volta.

1) Svegliarsi 30 minuti prima e fare una camminata a passo sostenuto per iniziare la giornata. Per invogliarsi ad andare a camminare, meglio programmare la camminata con qualcuno, ad esempio con il proprio partner o con un vicino di casa.

2) Fare le scale ed evitare di prendere gli ascensori. Salire a piedi è un ottimo esercizio per il cuore, aiuta a bruciare calorie e a tonificare i muscoli.

3) Parcheggiare la propria auto più lontano dal luogo di destinazione per fare una breve passeggiata, oppure scendere dall'autobus un paio di fermate prima per poi camminare fino a destinazione. Ciò vale anche per i bambini e i ragazzi, che dovrebbero imparare a dover camminare per raggiungere la scuola.

4) Concedersi almeno 5 minuti di pausa ogni 1-2 ore di lavoro sedentario al computer per sgranchirsi le gambe, salendo e scendendo qualche rampa di scale.

 5) Camminare attorno alla struttura della propria sede lavorativa durante la pausa pranzo o una pausa caffè.

6) Per chi ha un cane, approfittarne per fare delle camminate insieme, perchè anche lui ha bisogno di passeggiare! 

7) Giocare attivamente con i propri figli, nipoti o animali domestici.

9) Fare giardinaggio.

10) Sfruttare la bicicletta per andare a lavoro o a casa di un amico. 

11) Andare a piedi, anzichè usare l'auto, per andare a fare qualche piccola commissione.

12) Mentre si guarda la televisione dedicarsi a qualche lavoro domestico.

13) Andare sulla cyclette di casa mentre si guarda la tv o si legge il giornale.

14) Programma un fine settimana di movimento: camminate in campagna o in montagna, andare in canoa o a sciare...


6 aprile 2012

Uova: evitare quelle da allevamento in gabbia. Come e perchè?

Innanzitutto le uova destinate al consumo diretto, che quindi troviamo sugli scaffali dei supermercati, fanno parte della categoria A (o "uova fresche"). La categoria B (ovvero "uova di seconda qualità") riguarda invece le uova destinate all'industria alimentare.

Come riconoscere il tipo di uova che stiamo acquistando?
Sul guscio le uova hanno un codice stampato mediante il quale è possibile avere tutte le informazioni principali sulle uova che si vogliono acquistare. 
L'etichettatura rende così disponibile al consumatore una vera e propria carta di identità dell'uovo, permettendo la tracciabilità del prodotto e di essere informati sulla filiera produttiva.
L'etichettatura delle uova destinate ad un consumo diretto, ai sensi del Regolamento CE 2295 del 2003,  è obbligatoria.
 

Il primo numero stampato sul guscio dell'uovo è quello su cui basarsi per riconoscere il tipo di allevamento da cui provengono le uova da acquistare.
 
  • 0: Uova da Agricoltura Biologica. La produzione per questi tipi di uova prevede le normative degli allevamenti biologici: mangimi biologici e allevamento in un terreno naturale e all’aperto. 
  • 1: Allevamento all’aperto. Le galline per alcune ore al giorno possono razzolare in un ambiente esterno  (solitamente protetto e controllato per ragioni sanitarie, mirate a prevenire contagi con animali esterni all’allevamento) e le uova vengono deposte sul terreno o nei nidi.          
  • 2: Allevamento a terra. Le galline vengono allevate in un capannone. Le uova vengono deposte nei nidi o sul terreno.
  • 3: Allevamento in gabbia. Le galline vengono in questo caso allevate in un ambiente confinato e depongono le uova direttamente in una macchina preposta alla raccolta. La maggior parte delle uova (86%) destinate al consumo diretto, provengono da un allevamento di tipo 3. 
Sicuramente la tipologia di allevamento incide sul costo finale e sulla qualità delle uova, e sembra anche sul  gusto.
 
Il carcere delle galline allevate in gabbia che si ripercuote anche sulla qualità delle uova...
Le galline allevate in gabbia sono chiuse in spazi angusti: secondo la direttiva europea, ogni gallina può avere a disposizione uno spazio di 550 centimetri quadrati, che, in virtù delle frequenti violazioni, possono diventare anche 450. Questo significa oltre 20 galline in un metro quadro (e per ognuna di loro, uno spazio inferiore a quello occupato da un foglio A4). 
Nella loro breve vita queste galline non potranno aprire mai le ali, razzolare nè deporre le uova in un nido.
Accalcate come sono le une sulle altre, le galline impazziscono e diventano aggressive: si beccano tra loro, si spennano e si cannibalizzano (per evitarlo, a volte vengono debeccate alla nascita!). Inoltre si feriscono contro le gabbie, si fratturano le ossa, si ammalano di osteoporosi e si trasmettono infezioni. (Tanto per conoscenza, le galline allevate in gabbia sono disposte in verticale, per cui gli escrementi di quelle ai piani alti cadono su quelle ai piani bassi.)

Nonostante il principio morale di non far vivere queste creature in tali circostanze possa non interessare tutti, da un punto di vista puramente egoistico è opportuno sapere che le uova deposte da galline sottoposte a un tale stress, malate e trattate con antibiotici (per eliminare i danni a loro causati) non sono uova sane e di buona qualità. Questo è il motivo per cui costano meno rispetto alle altre di diversa tipologia d'allevamento.
 
"Gli orrori della produzione di uova"
 
...e per quanto riguarda l'allevamento a terra?
Come affermato da J.S. Foer nel suo libro "Se niente importa" (documentata inchiesta sugli allevamenti americani) la differenza tra le galline allevate in gabbia e quelle allevate a terra sta semplicemente nel fatto che le galline non sono in gabbia. La loro prigionia non si estende in verticale, ma in orizzontale.
Le galline allevate a terra sono tenute in capannoni illuminati artificialmente. Questo significa che la loro produzione di uova è stimolata modificando il loro bioritmo attraverso la regolazione della luce e del riscaldamento. In questo modo sono spinte a produrre molte più uova di quelle che produrrebbero in natura. 
Inoltre sono galline che non hanno libero accesso all'aperto. Anche queste, come quelle da allevamento in gabbia, sono stipate fra loro in piccoli spazi di terra (circa 7 galline in un metro quadro) e sviluppano la stessa aggressività delle altre.
Sicuramente è bene preferire quelle da allevamento all'aperto e da agricoltura biologica! 
Quelle che vengono allevate all'aperto hanno a disposizione circa 2,5 metri quadri di spazio a testa, mentre per quelle da agricoltura biologica è previsto un pezzo di terra da 10 metri quadri per ciascuna.
Inoltre il settore del biologico è molto più controllato e dev'essere certificato per legge: questo ci assicura le garanzie per la nostra salute e per il benessere degli animali.
 

4 aprile 2012

Da dove nasce la tradizione dell'uovo di Pasqua?

Le uova rappresentano fin dall'antichità il simbolo della vita e della sacralità. Secondo alcune credenze pagane e mitologiche del passato, il cielo e il pianeta erano considerati due emisferi che andavano a creare un unico uovo, mentre gli antichi Egizi consideravano l'uovo come il fulcro dei quattro elementi dell'universo (acqua, aria, terra e fuoco).
La tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi Persiani, dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all'avvento della primavera, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell'anno. Spesso le uova venivano rudimentalmente decorate a mano.
L'usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò poi anche, nel Medioevo come regalo alla servitù. Nel medesimo periodo l'uovo decorato, da simbolo della rinascita primaverile della natura, divenne con il  Cristianesimo il simbolo della rinascita dell'uomo in Cristo. La diffusione dell'uovo come regalo pasquale sorse probabilmante in Germania, dove si diffuse la tradizione di donare semplici uova in occasione di questa festività.
La ricca tradizione dell'uovo decorato è però dovuta all'orafo Peter Febergè, che nel 1883 ricevette dallo zar il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria; l'orafo creò per l'occasione un uovo di platino, al cui interno era presente un altro uovo - d'oro -  che a sua volta conteneva due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d'oro. La fama che ebbe il primo uovo di Fabergé contribuì anche a diffondere la tradizione del dono interno all'uovo.
In tempi più recenti l'uovo di Pasqua maggiormente celebre e diffuso è il classico uovo di cioccolato.


Fonti: Wikipedia

2 aprile 2012

Tutti sanno che la colazione è importante. Ma perchè?

La colazione rappresenta per il corpo il carburante necessario per iniziare bene ed affrontare tutta la giornata.

Infatti, dopo 8-12 ore di sonno, l'organismo ha bisogno di reintegrare glucosio. Il cervello per primo, che non accumula riserve, deve fare scorta di zuccheri, perchè un lavoro mentale prolungato - a scuola o sul posto di lavoro - richiede un importante utilizzo di glucosio a livello celebrale. 
Così come il cervello, anche i muscoli hanno la necessità di utilizzare glucosio come principale nutriente per affrontare l'attività fisica prevista durante l'arco della giornata.
In realtà potresti non avvertire fame a metà mattina se hai saltato la prima colazione. Al contrario, possono manifestarsi crampi allo stomaco anche se hai mangiato (specialmente se la mattina presto). Questo succede perchè l'organismo ristabilisce la normale risposta metabolica. Infatti le fitte provocate dalla fame sono un segnale salutare, a cui si deve rispondere mangiando, senza ingnorare e negare al corpo i nutrienti di cui necessita. La negazione di cibo porta spesso ad abbuffarsi più tardi.

Salti solitamente la colazione?
Studi ormai affermati sostengono che chi salta abitualmente la colazione si sente stanco, irritabile e irrequieto durante tutta la mattina. D'altro lato, fare colazione comporta un migliore approccio sul lavoro o a scuola, una maggiore produttività durante la mattinata e garantisce una migliore abilità nella gestione di incarichi o compiti che richiedono memoria. Inoltre la colazione aiuta ad avere maggiore forza e resistenza, una migliore concentrazione e abilità nel risolvere problemi. 
Mangiare anche piccole quantità di cibo al mattino aiuta a ripristinare le riserve di glucosio.

Altre due ragioni per non saltare la colazione...
1) il controllo del peso e 2) ridurre il rischio per le malattie cardiovascolari.

1) Coloro che fanno colazione hanno meno probabilità di essere molto affamati a pranzo, col conseguente ridotto rischio di mangiare troppo e abbuffarsi al pasto successivo; oltretutto degli studi confermano che tendono a mangiare meno grassi rispetto a coloro che invece la saltano.
2) In confronto a chi fa colazione tutti i giorni, gli studi mostrano che chi salta la colazione tende ad avere livelli di colesterolo più alti, che quindi li pone a rischio di sviluppare patologie cardiocircolatorie.

Cosa è meglio consumare a colazione?
Quando la colazione è rappresentata principalmente da zuccheri (come succhi di frutta e dolciumi) si assiterà ad un rapido incremento del livello di glucosio nel sangue e del conseguente picco energetico.
Dopo circa un'ora lo zucchero nel sangue e l'energia si riducono di netto e ricompaiono i sintomi della fame.
Quando invece la colazione è variata, costituita da carboidrati complessi, proteine e da una piccola quota di grassi, la concentrazione di glucosio nel sangue aumenta gradualmente, viene mantenuta nel tempo e prima di avvertire nuovamente il senso di fame passano diverse ore.
Sicuramente è meglio evitare prodotti confezionati o di pasticceria, come le merendine e le brioches, in quanto ricchi di grassi (nel caso delle merendine si tratta di grassi di bassa qualità, come olio di palma e di cocco) e di zuccheri semplici (quindi di facile digeribilità)...il chè non aiuta a mantenersi sazi durante le ore successive. 

Non hai fame al mattino?
Iniziare con un piccolo spuntino, come un toast, un succo di frutta o un cappuccino, aiuta a non avvertire il senso di "stomaco chiuso". Più tardi, quando lo stomaco inizierà a "gorgogliare", è importante concedersi una colazione a base di latte o yogurt, associati a pane o cereali o fette biscottate o biscotti secchi...e se tutti questi cereali sono integrali tanto meglio!


I pesci grassi sono da evitare? Tutt'altro. E' bene preferirli.

Non ci sono dubbi su questo. I pesci grassi apportano benefici alla salute.
Quelli comunemente conosciuti più ricchi in grassi sono i pesci azzurri: sgombro, sardine, acciughe fresche e salmone fresco, seguiti da pesce spada, aringa fresca e trota.

Perchè preferirli rispetto ad altri?
Perchè i grassi contenuti da queste varietà di pesce sono i cosiddetti "grassi buoni", ovvero gli omega-3, che si trovano anche nell'olio di semi di lino, nell'olio di soia, così come nelle noci e nei semi.

In cosa consiste l'importanza dei "grassi buoni"?
Gli omega-3 sono in grado di prevenire l'aggregazione piastrinica che può ostruire le arterie.
Riducono il rischio di formazioni di placche di colesterolo cattivo (LDL) nei vasi sanguigni, prevenendo quindi le malattie cardiovascolari.
Mantengono elastiche le pareti delle arterie, riducono i livelli di trigliceridi e più lievemente anche quelli di pressione arteriosa.

Si può sostituire il pesce con integratori di omega-3?
I più comuni integratori di omega-3 sono quelli a base di olio di pesce. 
Non possono essere considerati come sostitutivi del pesce. Ingoiare una capsula di integratori inoltre non annulla gli effetti di una dieta ricca di "grassi cattivi", come acidi grassi saturi e colesterolo.
Sicuramente è una buona abitudine alimentare quella di consumare pesce per 2-3 volte a settimana, variando sempre i tipi di pesce consumati, privilegiando i prodotti freschi ed evitando quelli affumicati, in scatola e sotto sale.

Grassi: nutrienti necessari per la nostra salute

1) Innanzitutto i grassi sono fondamentali per sostenere le funzioni di altri nutrienti assunti con l'alimentazione. Infatti favoriscono l'assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E, K) e dei carotenoidi.
2) Alcuni grassi sono essenziali, cioè non sintetizzabili dal nostro organismo, che necessariamente deve assumerli con l'alimentazione. Fra gli essenziali rientrano due acidi grassi:
l'acido linoleico (omega-6) e l'acido alfa-linolenico, da cui vengono prodotti gli omega 3 (EPA e DHA).
L'acido linoleico si trova negli oli vegetali, mentre l'alfa-linolenico nell'olio di soia, nelle noci e nei semi.
Gli EPA e i DHA si trovano nei pesci grassi e negli oli di pesce (quest'ultimi spesso assunti dai cardiopatici sotto forma di integratori ).
3) Così come i carboidrati, che rappresentano la primaria fonte di energia utilizzata dal nostro organismo, anche i grassi costituiscono un'importante fonte di energia, necessaria per sostenere qualsiasi tipo di processo biologico che ci mantiene in vita. Ogni grammo di grasso apporta 9 kcal (contro le 4 kcal che forniscono carboidrati e proteine).
Attenzione però! Quando vengono consumati attraverso l'alimentazione quantità di grassi superiori a quelli che il nostro organismo necessita, gli extra vengono accumulati nel tessuto adiposo, contribuendo così ad aumentare la percenutale di massa grassa del corpo. In altre parole facendoci ingrassare!

1 aprile 2012

Dieta Dukan: classificata fra le prime 5 peggiori diete diventate celebri

A quanti di noi è capitato almeno una volta di sentir parlare della miracolosa dieta Dukan? Chi, passando per una libreria o buttando un occhio alla scaffalatura dei libri venduti nei supermercati, non ha notato la copertina del libro?
Diventata famosa per la capacità di far perdere peso in pochissimo tempo, è stata classificata dalla British Dietetic Association come una delle 5 peggiori diete celebri da evitare nel 2012 (e per sempre, aggiungo io), fra le quali rientrano anche la "dieta degli alimenti per neonati", la "dieta dei cibi crudi", la "dieta del gruppo sanguigno" e la "dieta dell'alcoressia".

La dieta Dukan è stata formulata da Pierre Dukan, un nutrizionista francese. Viene presentata come un metodo che "propone di dimagrire naturalmente, con il ritorno agli alimenti fondatori della specie umana, quelli dei primi uomini, cacciatori e raccoglitori, proteine e verdure, 100 alimenti, 72 dei quali provenienti dal mondo animale e 28 da quello vegetale. E questa offerta contiene una menzione magica: “A VOLONTÀ”. "

Scopo della dieta è quello di perdere circa 3 kg a settimana basandosi  su un'alimentazione unicamente a base di proteine e suddivisa in quattro complicate fasi:
1) La prima è, in sintesi, quella del regime "di attacco": in un periodo che può variare dai due ai sette giorni vengono completamente eliminati carboidrati, frutta e verdura e tutta l'alimentazione si basa esclusivamente sulle proteine, assunte senza alcuna limitazione e a qualsiasi ora.
 2) Poi c'è la fase "di crociera": alle proteine si aggiungono le verdure, ma non a tutti i pasti, e anche in queste caso non ci sono limitazioni.
3) Raggiunto il peso forma, comincia la fase "di consolidamento" che durerà tanti giorni quanti sono i chili persi moltiplicato per dieci: a tavola ritornano gli amidi (ma solo due volte la settimana) e la frutta e sono previsti due pasti della festa ogni settimana (in quel caso tutto è lecito).
4) In ultimo la fase "di stabilizzazione": il regime alimentare ritorna ad essere normale tranne che per un giorno a settimana, in cui solo le proteine sono consentite.

Ma oltre che essere inefficace a lungo termine, la dieta Dukan è pericolosa, specialmente per coloro che soffrono di determinate patologie.
La British Dietetic Association ha dichiarato l'assenza di qualsiasi base scientifica dietro a tutto ciò che viene affermato da Dukan. Non è opportuno nè consigliabile evitare tutti gli altri macronutrienti. Può sembrare ovvio, ma il miglior modo per perdere peso è quello di seguire una dieta nutrizionalmente ben bilanciata e variata, basata su porzioni di alimenti specifiche per ciascuna persona presa in considerazione, e su una costante e regolare attività fisica.

Quali sono i rischi?
Il quantitativo di proteine che viene assunto giornalmente ("a volontà", come precisato da Dukan stesso) rappresenta il primo rischio da cui possono scaturire tutti gli altri, consistenti in delle vere e proprie patologie.
La quota massima da non superare in nessun caso, come raccomanda la letteratura scientifica, è di 2 grammi di proteine su chilo di peso corporeo al giorno. Questa soglia massima è, più precisamente, raccomandabile solo per certe categorie di soggetti, fra questi rientrano atleti specifici, come ad esempio i body-builders.
Se vengono superati i 2 g di proteine per chilo di peso al dì si possono sviluppare patologie renali ed epatiche e si richiano ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari, osteoporosi, iperuricemia, gotta e calcolosi renali.
Per questi motivi è bene evitare questo tipo di dieta, presentata invece come un regime alimentare specifico per chi ha bisogno di perdere peso, indipendentemente se si tratta di persone con determinate patologie, lievemente sovrappeso o con un'obesità di terzo grado (cioè grave), per le quali una dieta iper-proteica di questo tipo è rischiosa in quanto quasi sempre soggetti che soffrono di ipertensione arteriosa, colesterolo e problemi renali.
Come afferma anche la presidente dell'Associazione Nazionale Dietisti, la dott.ssa Cecchetto, recenti studi dimostrano che dopo sei mesi le diete iperproteiche si allineano, quanto a risultati, a regimi alimentari più bilanciati e benefici per la salute, come la classica «dieta mediterranea».

E allora perchè Dukan ha riscosso tanto successo? 
Sicuramente i media hanno dato il loro contributo fondamentale grazie alla catena pubblicitaria innescata da varie figure dello spettacolo, fra cui rientrano Kate Middleton e Jennifer Lopez.

"Essere famoso non fa di qualcuno 
 un esperto in nutrizione"

Inoltre è facile suggerire metodi per dimagrire velocemente. Fra questi basterebbe smettere di mangiare. Oppure - come proposto da Dukan - iniziare ad alimentarsi in modo totalmente sbilanciato, consumando unicamente proteine. 
Sicuramente poi se ci si informa leggendo il sito www.dietadukan.it non aiutiamo noi stessi ad informarci oggettivamente di ciò che si tratta.
Basti pensare al fatto che Dukan stesso ci dovrebbe spiegare come secondo lui si possa definire la sua dieta un metodo per "dimagrire naturalmente" se dobbiamo inziare fin dalla prima colazione ad alimentarci con una braciolina all'olio, piuttosto che con un bel piatto di acciughe fresche.
Sempre sul sito, viene ben evidenziato che la dieta è riconosciuta in tutto il mondo... sì, ma solo da un punto di vista linguistico, perchè tradotta in 14 lingue diverse!
La dieta non è riconosciuta sotto il punto di vista più importante: quello di una sana alimentazione basata sulle evidenze scientifiche più recenti. 
Nonostante la letteratura scientifica non sostenga in alcun modo il metodo Dukan, resta da chiedersi solo una cosa: perchè permettere la pubblicazione di indicazioni che, oltre che essere inefficaci, sono dannose per la salute delle persone?
E soprattutto: a chi giova la dieta Dukan?
Probabilmente solo all'industria del dimagrimento, agli editori e ai giornali.


Fonti: The British Dietetic Association, BDA news, 16 November 2011: The BDA Announces the Results of its Annual Top 5 Worst Celebrity Diets to Avoid in the New Year;
www.dietadukan.it;
Corriere della Sera, La dieta di Kate ? «Non è equilibrata e quindi potrebbe essere pericolosa»