“Nessun essere umano indifferente al cibo è degno di fiducia”

M. V. Montalbán


23 marzo 2013

Si sente parlare molto di cereali integrali...ma cosa significa?

Tutti i chicchi dei cereali sono costituiti da 3 parti: crusca, germe ed endosperma.
I cereali integrali, e i cibi prodotti a partire da questi, contengono tutte e tre le parti sopra citate e sono ricchi dei nutrienti naturalmente presenti nel chicco del cereale.
Le farine bianche contengono solamente l'endosperma, mentre quelle integrali sono fonti di superiori quantitativi di proteine, sali minerali, vitamine e fibra, tutte sostanze che si trovano solo nella crusca e nel germe.



Quelli che vengono considerati cereali integrali, contenenti le 3 parti essenziali del chicco, sono:
Amaranto, Orzo, Riso integrale, Grano saraceno, Bulgur, Mais integrale e farina di granturco integrale, Farro, Kamut, Miglio, Avena integrale e farina di avena integrale, Popcorn, Quinoa, Sorgo, Spelta, Triticale, Segale integrale, Grano integrale e farina di grano integrale.

Fonti: © 2005, The Whole Grains Council / Oldways Preservation & Exchange Trust. 

2 marzo 2013

Pesce allevato...quale evitare?


Ad oggi il 43% del pesce che consumiamo non viene pescato, ma allevato. Esistono diversi tipi di allevamento:
1) estensivo, tramite cui vengono sfruttate le risorse naturali e il pesce cresce nelle lagune senza alcun apporto nutritivo ricevuto da parte dell'uomo;
2) semi-intensivo, che richiede la somministrazione aggiuntiva di alimenti diversi da quelli presenti naturalmente nell'ambiente di allevamento;
3) intensivo, che si basa unicamente sull'intervento da parte dell'uomo, che ciba i pesci con mangimi ricavati da farine di origine animale.

Ma l'acquacoltura (cioè l'allevamento di organismi acquatici) può essere dannosa per l'ambiente, specialmente quando:
  • Vengono allevati PESCI CARNIVORI tramite l'allevamento intensivo. I pesci carnivori sono le specie che si cibano di altri piccoli pesci, come ad esempio il salmone. In media per 1 kg di pesce destinato alla vendita, sono necessari 5 kg di pesce trasformati in mangime. Questo tipo di allevamento comporta quindi uno spreco notevole per 2 motivi: 1) i mangimi vengono prodotti a partire di piccoli pesci pescati all'altro capo del mondo, quindi oltre all'energia utilizzata per il processo di trasformazione in farine, deve sommarsi anche l'energia indispensabile per il trasporto e lo stoccaggio; 2) il 10% dei mangimi non viene consumato dagli animali ma viene disperso nell'ambiente.
  • Viene favorita la crescita di alghe che producono TOSSINE PERICOLOSE per i pesci e per l'uomo. Le alghe sia sviluppano a causa dei reflui degli allevamenti che contengono le deiezioni (cioè le feci) dei pesci, gli scarti dei mangini e i residui di antibiotici, quando impiegati. Un esempio di questi tipi di allevamenti sono gli allevamenti di gamberi nei Paesi tropicali e l'allevamento di salmoni in Norvegia.
  • Gli allevamenti ad alta densità, cioè ricchi di specie che popolano l'ambiente, favoriscono il diffondersi di malattie. Per questo motivo i mangimi vengono addizionati con ANTIBIOTICI, i quali a loro volta favoriscono lo sviluppo di batteri resistenti sui fondali.
  • Vengono distrutti gli ecosistemi naturali di FORESTE DI MANGROVIE per fare spazio agli allevamenti di gamberetti nel sud-est asiatico. L'importanza delle mangrovie consiste nella protezione contro i maremoti e le tempeste. Rappresentano infatti una barriera naturale contro il vento e assorbono parte dell'energia delle onde, proteggendo la costa.

Foreste di Mangrovie di Porto Rico

 E' sempre molto importante informarsi quindi sul tipo di allevamento adottato quando si acquista del pesce allevato e leggere le etichette per conoscerne la provenienza.
Quali sono i pesci da evitare durante gli acquisti?
SALMONE
I salmoni che troviamo sui banchi del supermercato sono allevati.      
Il consiglio è quello di ridurne i consumi perchè il loro allevamento è tutt'altro che sostenibile: per ogni chilo di salmone sono necessari 5 chili di pesce trasformato in mangime. Le scorie prodotte in un anno da un allevamento di 200.000 salmoni sono sovrapponibili a quelle prodotte da una città di 60.000 abitanti.
Oltretutto, essendo un pesce di grossa taglia e vivendo nell'Oceano Atlantico e Pacifico, può contenere tracce di metalli pesanti rischiosi per la salute.

GAMBERI TROPICALI

Come già detto, l'allevamento dei gamberi e gamberetti in Asia e America Latina, comporta la distruzione degli habitat marini riducendo la protezione contro maremoti e cicloni, oltre che causando la scomparsa delle specie che abitano le foreste di mangrovie.

PANGASIO
Viene allevato in Vietnam e il suo consumo sta aumentando per due fondamentali caratteristiche: basso costo e polpa priva di lische. Per questi motivi viene molto usato nella ristorazione scolastica e nelle mense aziendali.
Nonostante il suo largo impiego, si tratta di un pesce dalle qualità nutrizionali  scarse e il suo valore nutrizionale corrisponde a un terzo di quello della trota. 
Infatti contiene pochi omega 3 (dal 2,5 al 7%) rispetto ai filetti di trota ma anche di salmone, alici fresche, orate e branzini (che ne contengono dal 20 al 38%). Il pesce contiene pochi grassi, ma quei pochi contenuti sono grassi saturi (grassi che promuovono la formazione di colesterolo). 

L'assurdità di questi allevamenti consiste nel fatto che per cibare questi pesci vengono prodotti i mangimi in Perù, da cui vengono trasportati in Vietnam, per poi distribuire il pesce ai mercati italiani ed europei. Tutto questo processo comporta quindi enormi costi in termini di anidride carbonica e inquinamento ambientale.
SlowFood Italia afferma inoltre che il fiume in cui viene allevato il Pangasio, il Mekong, è uno dei più inquinati al mondo per la presenza di circa 200 aree industriali presenti lungo le sponde, a livello delle quali vengono scaricate sostanze inquinanti prodotte dalle industrie.
Al contrario, Il Fatto Alimentare, afferma che queste sono accuse infondate in quanto il pesce è stato sottoposto a ricerche di laboratorio presso l'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione umana (INRAN). Dai risultati è emersa l'unica presenza di tracce di pesticidi, policlorobifenili e mercurio. Viene quindi concluso che il pangasio non è certo un pesce dalle brillanti qualità nutrizionali ma comunque con le carte in regola.

Sicuramente però si tratta di un pesce non sostenibile per l'ambiente. 
La grande distribuzione fortunatamente ci dà la possibilità di scegliere che cosa acquistare. Fra un pesce biologico che non danneggia l'ambiente e le altre specie animali - senza tracce di pesticidi, antibiotici, metalli pesanti e sostanze tossiche - e un pesce come il pangasio....a voi la scelta!




          SlowFoodItalia - Quelli che non abboccano