Già a partire dal Medioevo, in Oriente, venne scoperto il sistema per congelare i succhi di frutta ponendoli in recipienti circondati di ghiaccio tritato.
E' così che si è sviluppato il sorbetto. La parola sorbetto sembra tragga origine proprio dall’arabo "scherbet", che significa "dolce neve".
Il vero e proprio trionfo del dolce freddo sulle tavole dei potenti avviene nel '500, con l’afflusso dai nuovi continenti di frutta, piante nuove, spezie, tè, caffè e cacao.
Presso la corte medicea di Firenze, i sorbetti ricoprivano una postizione d’onore all’interno delle feste e dei banchetti.
Il primo ad introdurre a corte questa novità fu un certo Ruggeri, un fiorentino venditore di polli.
Caterina de’ Medici, quattordicenne, sposando Enrico d’Orleans, volle il Ruggeri con sé a Parigi: in tal modo si trasferì in Francia la ricchezza culturale del Rinascimento italiano.
A Firenze intanto si affermava Bernardo Buontalenti, animatore incomparabile dei festini del granduca Cosimo I.
Avendo ricevuto l’incarico di organizzare i festeggiamenti per accogliere una delegazione spagnola, preparò una crema aromatizzata con bergamotto, limoni ed arance, refrigerata con una miscela di sua invenzione.
Un secolo dopo, il siciliano Francesco Procopio de’ Coltelli, con una rudimentale sorbettiera costruita e lasciatagli in eredità dal nonno pescatore, decise di partire dall'Italia con l’intento di conquistare Parigi.
Luigi XIV, il Re Sole, lodò pubblicamente i suoi prodotti contribuendo ad aumentare il suo successo, tanto che Procopio riuscì ad aprire il Café Procope a Parigi, diventato poi uno dei più celebri caffè letterari d’Europa.
Oggi oltre 5.000 moderne gelaterie italiane, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, in Olanda e in altri paesi del Nord, danno occupazione ad oltre 15.000 addetti, per lo più italiani.
Fonti: Luciana Polliotti, "Gelati, gelati", Mondadori, Milano 1999
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