Un po’ di storia…
L’uso della curcuma risale al 700 a. C.
Era presente in India dove veniva utilizzata come
spezia per la preparazione dei cibi e impiegata nei riti religiosi. Si diffuse
poi in Cina, Africa e Giamaica. Nel 1280 Marco Polo descrisse la spezia
evidenziando quanto determinate caratteristiche fossero simili allo zafferano.
Ad oggi la curcuma viene coltivata nelle aree tropicali del pianeta e prende
nomi differenti in base alle diverse culture e ai diversi Paesi.
Il nome curcuma deriva dal latino “terra merita” (terra meritevole) in
riferimento al colore giallo ocra, che somiglia ad un pigmento minerale.
Composizione &
Proprietà nutrizionali
Il principale componente della curcuma è un olio
contenente turmerone, oltre ai curcuminoidi, vale a dire antiossidanti
naturali.
La curcuma contiene un’elevata concentrazione di
potassio, vitamina C ed è un’ottima fonte di omega-3 e acido alfa-linolenico,
un grasso essenziale che deve essere necessariamente assunto con gli alimenti
in quanto l’organismo umano, a differenza di altre sostanze, non è in grado di
produrlo.
La curcuma è uno degli ingredienti maggiormente
presenti nel curry e che gli conferisce infatti la tipica colorazione giallo
ocra. Per questi motivi viene usata come colorante naturale durante la cottura
di alcuni alimenti, sia dolci che salati, come ad esempio per la preparazione dei
risotti, che prendono in tal modo una colorazione dorata.
Grazie alle sue proprietà, è una spezia consigliabile
in caso di innumerevoli patologie e per prevenire la comparsa di disturbi a
livello gastrointestinale. Ha infatti un’azione carminativa (elimina gas a
livello gastrico e intestinale), anti-infiammatoria, antiossidante, antibatterica,
cardioprotettiva (grazie al contenuto in omega-3) e coleretica (aumenta cioè la
secrezione della bile, sostanza necessaria per la digestione dei grassi).
E’ usata come medicina in caso di artrite reumatoide,
infezioni al tratto urinario, ma soprattutto per disordini e/o patologie del
tratto gastrointestinale: maldigestione, flatulenza, coliche, dolori e
distensioni addominali (anche in caso di colon irritabile), dispepsia, perdita
di appetito, sensazione di esagerata sazietà post-prandiale, problemi al fegato,
alla colecisti, ipercolesterolemia e tumori al colon.
Ad oggi non esistono studi in letteratura scientifica
che dimostrino la pericolosità e i potenziali effetti tossici dovuti all’assunzione
di curcuma. Anche la Food and Drug Administration (FDA) ha dichiarato che si
tratta di una spezia da ritenere generalmente sicura per la salute. Non sono
stati infatti rilevate associazioni tra consumo di curcuma ed effetti sull’innalzamento
della pressione arteriosa, alterazioni dei parametri degli esami sanguigni o
tossicità per il fegato e per i reni.
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