E’ il 4°
cereale più coltivato al mondo, dopo grano, riso e mais.
Da un punto
di vista nutrizionale è il cereale integrale a più alto contenuto in fibra soprattutto solubile (ne contiene
circa il 17%, ma esistono varietà di orzo – come il Prowashonupana - che ne
contengono fino al 30%.
La fibra solubile contribuisce
a ritardare il senso di fame, aiutando il controllo dell’aumento di peso,
riducendo la circonferenza vita e il grasso sottocutaneo.
I componenti principali della
fibra presente nell’orzo sono i beta-glucani,
importanti nel controllo dei livelli di colesterolo, della glicemia, della
pressione arteriosa e nel miglioramento del sistema immunitario. Nuove ricerche
affermano inoltre che i beta-glucani sarebbero radio-protettivi: possono cioè
aiutare l’organismo durante periodi di chemioterapia e radioterapia.
Orzo Integrale |
E’ però necessario porre
attenzione al tipo di orzo che viene acquistato: non tutti i tipi di orzo
presenti al supermercato sono integrali.
Il comune orzo perlato non è integrale in quanto il chicco viene interamente
sbucciato e privato della crusca, a differenza dell’orzo in cui viene mantenuta
parte della buccia, o quelli in cui la buccia viene totalmente rimossa ma
conservata la parte del germe.
Nonostante tutto, anche se l’orzo
perlato viene tecnicamente ritenuto un cereale non integrale, è
qualitativamente migliore rispetto ad altri cereali non integrali sia perché viene mantenuta in piccole percentuali la
crusca, sia perché la fibra è presente anche all’interno del chicco, non
solo sulla sua superficie.
Orzo Perlato |
…qualche curiosità sull’orzo
L’orzo ha
origini antiche: i siti in cui venne trovato per la prima volta risalgono all’attuale
Israele. Anche nell’antico Egitto ne facevano largo consumo e veniva utilizzato
in caso di cerimonie religiose durante i riti di mummificazione, oltre che
rappresentato sulle prime monete.
I gladiatori
romani venivano chiamati anche Hordearii, cioè Uomini d’Orzo, perché credevano che consumare il
cereale prima dei combattimenti desse loro più forza e resistenza di quanto potessero
ottenere dal consumo di altri cibi.
L’orzo
arrivò poi in Nord America grazie a Cristoforo Colombo durante il secondo
viaggio del 1494, ma non venne utilizzato fin quando i coloni inglesi e
scandinavi lo coltivarono in grandi quantità per produrre la birra. Nel frattempo
gli spagnoli portarono il cereale nella parte occidentale del Continente e in
Sud America.
L’orzo infatti
si adatta molto bene all’ambiente in cui viene coltivato (dal nord del circolo
Artico, alla tropicale Etiopia e alle alte altitudini delle Ande del Sud
America).
Visita anche:
Fonti: www.wholegrainscouncil.com
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